IL CAMMINO DI CANNETO

Il Cammino di Canneto è una fitta rete di percorsi che coinvolge il territorio di quattro regioni: Lazio, Campania, Molise, Abruzzo, legate dal culto della Madonna Bruna del Santuario di Canneto in Settefrati (Fr). Questo pellegrinaggio non è un’invenzione moderna, ma il vissuto ininterrotto di un cammino che ha sfidato i secoli, percorso da un susseguirsi di generazioni, con l’unico scopo di raggiungere il luogo dell’incontro con la Stella del Monte Meta, la Vergine Bruna, S. Maria di Canneto. Oltre all’insieme dei percorsi per raggiungere il Santuario, per Cammino di Canneto s’intende anche un sistema territoriale che recupera, valorizza e promuove, attraverso una strategia coordinata e integrata, il patrimonio religioso, storico, artistico, culturale, paesaggistico, architettonico, museale, ludico, creativo dell’intera area legata al territorio geografico di riferimento.

I percorsi escursionistici, contrassegnati dal logo del Cammino, sono stati realizzati seguendo gli itinerari storici delle Compagnie dei pellegrini e si dividono in cinque vie principali, alle quali convergono ulteriori vie secondarie.

 

I PERCORSI DEI PELLEGRINI – COURSES OF PILGRIM

 

PERCORSO PRINCIPALE

Percorso

course

Località

location

Km
1 Via di COMINO Broccostella – Canneto
2 Via del MELFA Roccasecca – Canneto
3 Via dei SANTI Cassino – Canneto
4 Via degli ABRUZZI Villavallelonga- Opi – Canneto
5 Via del Molise Scapoli – Canneto

 

VARIANTI DI PERCORSO Variant

 

Percorso

course

Km
1A Campoli Appennino – Canneto
2A Colli – Arce – Casalvieri – Atina – Canneto
2B Castrocielo – Roccasecca – Canneto
3A Vallemaio – S. Giorgio a Liri – Pignataro I. – Cassino – Canneto
3B S. Andrea del Garigliano – S. Apollinare – Cassino – Canneto
3C S. Vittore del Lazio – S. Elia F.R. – Belmonte – Canneto
3D Conca Casale – Viticuso – Canneto
3E Colle San Magno – Terelle – Belmonte – Canneto
4A Scontrone – Alfedena – Canneto
5A Pozzilli – Cardito – Canneto

* Variante consigliata nei mesi invernali

La Fondazione Cammino di Canneto nasce dal desiderio di tutta la comunità ecclesiale della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo di valorizzare l’antico percorso del pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Canneto in Settefrati (Fr). Il punto di partenza è la diffusione della memoria di una pratica di culto quale il pellegrinaggio molto diffuso in passato al punto da creare le vie di passaggio nel quadro della mobilità generale del territorio. Una pratica ancora oggi presente con numerose compagnie di pellegrini che giungono al Santuario dalle tre regioni confinanti (Lazio-Abruzzo e Molise). La Valle di Canneto conosce fin dall’antichità due tipi di pellegrinaggi ben distinti e caratterizzati: quello pagano in epoche pre-cristiane, incentrato sul culto della deità fluviale di Capodacqua, alle sorgenti del Melfa, e quello mariano di oggi. L’uno ebbe frequentazione piuttosto limitata, dal IV al sec. II a.C.; l’altro, iniziato storicamente nei primi secoli del secondo millennio, dura a tutt’oggi. Se in passato il pellegrinaggio si concentrava in cinque periodi dell’anno (l’Assunzione, la sua Ottava, la Natività di Maria, la Natività di S. Giovanni Battista e la Dedicazione della chiesa), con il passare del tempo il pellegrinaggio si concentrò attorno alla data del 22 agosto. Oggi le compagnie dei pellegrini salgono sull’ermo Canneto, sgranate in lunghe processioni, attraverso antichi tratturi scavati sulla roccia e sui balzi a strapiombo, già conosciuti dal pellegrinaggio pre-cristiano. Nel giorno della festa esse si riversano nella valle da ogni angolo: a Nord provenienti dall’alto Sangro, attraverso i valichi oggi detti di Forca Resuni e Passo dell’Orso; ad Est dall’alto e medio Volturno attraverso il Passo dei Monaci; a Sud dal versante del Melfa e del medio e Basso Liri, via Settefrati e Picinisco.

Finalità ed attività della Fondazione

Consapevoli che il “cammino” di Canneto non si esaurisce esclusivamente nell’insieme dei percorsi per raggiungere il Santuario, ma abbraccia l’intera area legata al territorio geografico, alla cultura, alle tradizioni, agli stili di vita, alle esperienze religiose come risposta alla necessità di tutela e di valorizzazione del capitale storico e culturale del territorio di riferimento, è sorta l’idea di istituire un’organizzazione, nello specifico una Fondazione, il cui obiettivo è quello di organizzare una rete di attori, pubblici e privati, volta a mettere in campo reali azioni di sviluppo locale volte alla fruizione turistico-culturale di questo importante patrimonio religioso.

In quest’ottica il cammino di canneto si configura come un sistema territoriale che recuperi, valorizzi e promuova, attraverso una strategia coordinata e integrata, il patrimonio religioso, storico, artistico, culturale, museale, paesaggistico della Valle di Canneto.

I vantaggi che una tale proposta progettuale porta con sé sono molteplici:

– la rete ecclesiale territoriale entra in rapporto con altre reti (ecologico-ambientali, sistemi turistici locali) rispondendo così anche alle esigenze complementari della fruizione turistica e del tempo libero;

– il progetto diviene un importante fattore innovativo nella prospettiva di recupero e riuso del patrimonio ecclesiale, artistico e immobiliare, mettendo in relazione soggetti locali diversi ed insieme interessati a dare un volto nuovo al turismo locale;

– è una opportunità per le piccole comunità locali di entrare all’interno di una proposta progettuale ad ampio respiro nazionale ed internazionale;

– offre la possibilità di contribuire allo sviluppo economico, sociale e sostenibile del territorio di riferimento attraverso la generazione di una economia di indotto ed offrendo concrete opportunità di lavoro in special modo per le nuove generazioni.

Il cammino di Canneto dunque, che si inserisce all’interno del progetto nazionale “il parco culturale ecclesiale” promosso dall’Ufficio Nazionale C.E.I. per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, si presenta come un tentativo di valorizzazione territoriale di un bene culturale, quale un pellegrinaggio religioso, con l’obiettivo di raggiungere un rafforzamento delle comunità e delle identità locali del territorio del basso Lazio.

LA FONDAZIONE